Le Universiadi del 1985

 

Tutto ebbe inizio nel 1984 quando, l’allora presidente dello Sci Club Nevegal, Giancarlo Zanarini,

ebbe l’idea di candidare Belluno, assieme al Colle del Nevegal, alle Universiadi Invernali del 1985. Il contatto con l’allora Presidente Nazionale dell’Associazione Cittadini e Universitari, Carlo Re, fu decisivo per dare il via a quello che, solo un’ anno più tardi, si concretizzò nello svolgimento dei Giochi invernali Universitari nella città Capoluogo.

Un vero miracolo, che fu possibile in quanto vi fu il pieno sostegno dell’ allora amministrazione cittadina capitanata dal sindaco Mario Neri e di Giuseppe Caldart, Presidente dell’ Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Belluno. Tuttavia il miracolo avrebbe richiesto la realizzazione di opere e strutture sportive di cui Belluno e il Nevegal erano sprovviste.

 

 Inizia così la corsa alla realizzazione del Palazzo del Ghiaccio, opera che varrà progettata dallo studio De Biasio di Belluno (in Associazione con la ARCO di Bologna) e realizzata nel tempo record di meno di un’ anno, per mano  della ditta di costruzioni Bortoluzzi, sempre di Belluno. Una storia nata e realizzata , in tempi eccezionali, sotto l’ombra del campanile di Juvara.

 

Per la realizzazione dell’ opera venne scelto, dopo qualche tentennamento, il sito di Lambioi (le altre ipotesi fatte furono il Nevegal stesso oppure il piazzale contiguo al Palasport De Mas), a fianco dell’ allora appena realizzata piscina comunale.

Fu così che il nuovo palaghiaccio fu sede delle competizioni universitarie degli sport indoor del ghiaccio, che videro le nazionali universitarie di Hockey e le squadre di pattinaggio artistico provenienti da mezzo mondo , scontrarsi e gareggiare per il podio. Una pagina entusiasmante della storia sportiva bellunese, che sembrava porre solide basi per un futuro radioso.

anno 1984 - la nuova piscina di Lambioi e sullo sfondo, il prato dove sarà edificato in tempi record il Palaghiaccio

archivio Comune di Belluno

anno 1985 - Estratti del progetto originale del nuovo Palaghiaccio

archivio Comune di Belluno

Il nuovo palaghiaccio trova posto accanto alla piscina di Lambioi

Nasce il Palalambioi

Con la realizzazione dello Stadio del Ghiaccio, finalmente la Città di Belluno poteva disporre di un’ impianto, all’ avanguardia per i tempi, con cui era possibile intraprendere la pratica delle discipline agonistiche degli sport del ghiaccio le quali, fino ad allora, erano rimaste prerogativa delle piazze storiche della provincia di Belluno.

Il nuovo Palaghiaccio fu pronto ed inaugurato giusto in tempo con l’apertura dei Giochi Olimpici Universitari Invernali del 1985, solamente un anno dopo la decisione di volerli disputare.

A richiamare da subito l’attenzione del pubblico furono le partite di hockey, che attirarono migliaia di appassionati e fecero registrare quasi sempre il tutto esaurito, a riprova del seguito che questo sport annoverava e tuttora registra tra il pubblico bellunese. La recente stagione invernale 2022/2023 del Feltreghiaccio , con una media di spettatori di oltre un migliaio a partita , con punte di 2000 persone, molte delle quali arrivate da Belluno e comuni limitrofi, ne è la riprova.

Partita di Hockey Finlandia vs Russia

Partita di Hockey Italia -Giappone (video)

Competizione di pattinaggio di figura a coppie

Nel 2009 la struttura, sotto l’egida di un’amministrazione comunale non propriamente sensibile alle esigenze delle società del ghiaccio, venne deciso di riconvertire il palaghiaccio a struttura polifunzionale per la pratica di discipline sportive che con il ghiaccio non c’entravano più nulla.

La città di Belluno fu quindi privata del suo palaghiaccio e con esso, della possibilità di poter praticare le discipline annesse da parte della cittadinanza e, ovviamente, dei turisti.

Solo pochi atleti riuscirono a trovare le risorse economiche e il tempo materiale per continuare l’attività in altre strutture. Fu così che le società del ghiaccio cittadine chiusero i battenti e con esse si interruppe il cammino da loro intrapreso per lo sviluppo di atleti pattinatori bellunesi.

La città di Belluno fu privata di una piazza di aggregazione sociale e svago di notevole valenza precludendo di fatto la possibilità di esistere alle discipline del ghiaccio, a vantaggio peraltro di altre discipline la cui sopravvivenza non era mai stata messa in forse, anche senza la disponibilità dei nuovi spazi offerti dal palaghiaccio.

Lavoriamo ora assieme affinché si possa tornare a pattinare e a praticare gli sport del ghiaccio a Belluno!

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